ULTIM’ORA NUOVA TARI: la chiamano la Tassa Speciale | Qui la lista completa di chi dovrà pagarla

Novità sulla TARI (Depositphotos foto) - www.notiziesecche.it
Una nuova interpretazione della Tari riaccende il dibattito: ecco cosa cambia per queste tipologie di cittadini.
In Italia, diciamocelo, quando si parla di tasse non si finisce mai di capirci qualcosa fino in fondo. La Tari – quella per i rifiuti, per intenderci – esiste dal 2014 e in teoria dovrebbe servire a coprire i costi della raccolta e smaltimento.
Ma tra teoria e pratica c’è spesso un bel divario. Cambia il Comune, cambiano le regole, e il rischio di non sapere bene cosa si deve pagare è sempre dietro l’angolo. Ogni amministrazione comunale decide in autonomia come applicarla.
C’è chi concede sconti, chi no, chi chiede due rate, chi quattro. Insomma, un bel labirinto, specie per chi non ha tempo o voglia di stare dietro a mille scadenze. E quando ci sono delle differenze così grosse da un posto all’altro, è normale che qualcuno inizi a storcere il naso.
C’è una categoria di persone che spesso non sa bene da che parte girarsi. Serve una dichiarazione? Due? Va tutto nello stesso bollettino? Dipende. E qui torna il punto di prima: ogni Comune decide per conto suo.
Interpretazioni nebulose
L’unica certezza, almeno finora, è che bisogna attenersi a ciò che dice il proprio Comune, altrimenti si rischia di incappare in multe anche salate. Sì, anche se la colpa è solo di una scadenza mancata. L’impatto non è indifferente.
Chi pensava di pagare come per una normale abitazione, oggi si ritrova con due posizioni Tari diverse e una spesa potenzialmente più alta. Chi non si adegua rischia sanzioni, anche se – per ora – la gestione resta comunque comunale e quindi le cose potrebbero variare da città a città.

Regole che cambiano le carte in tavola
Negli ultimi tempi, alcune amministrazioni hanno preso una strada più decisa. Stop ai dubbi, via alle tariffe separate. Un esempio concreto? Il Comune di Bologna ha fatto chiarezza: per i B&B la Tari non si calcola più tutta insieme, ma si distingue tra la parte dell’abitazione usata per vivere e quella per ospitare i clienti. E la seconda… beh, viene trattata come se fosse un hotel. Sul sito Bed-and-breakfast.it si spiega bene come funziona: due superfici, due tariffe diverse. Quella domestica segue le regole normali, mentre quella “turistica” finisce nella cosiddetta classe d’attività 6, la stessa degli alberghi.
Una differenza non da poco, anche perché i costi possono aumentare sensibilmente. Il tutto, ovviamente, previa dichiarazione ufficiale da parte del gestore. Questa nuova impostazione, che qualcuno ha già ribattezzato “Tassa Speciale”, riguarda tutti i B&B, anche quelli a gestione familiare. Se l’attività è attiva e non è stata ancora aggiornata con la nuova modulistica, è tempo di mettersi in regola. Serve presentare una dichiarazione specifica, anche solo per dire che si è già iscritti ma che l’uso è parziale.