Tonnellate di ALGHE su questa famosa spiaggia: controlla la tua prenotazione | Forse fai ancora in tempo a disdire

Una spiaggia sommersa (Canva) - notiziesecche.it
In seguito a tutti gli sbalzi di temperatura micidiali, quest’alga sta letteralmente invadendo molte delle spiagge più famose del mondo.
Negli ultimi anni, il nostro pianeta sta affrontando sfide ambientali sempre più gravi. I cambiamenti climatici continuano infatti ad accelerare, causando eventi meteorologici estremi, come incendi, alluvioni e siccità. Fenomeni i quali impattano non solo sugli ecosistemi, ma anche sulle vite di milioni di persone.
L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, non a caso, peggiora la qualità della vita, e minaccia la salute umana e quella degli animali. Plastica e sostanze tossiche, si accumulano negli oceani, compromettendo quindi la biodiversità e gli equilibri naturali.
La deforestazione, avanza a ritmi preoccupanti, riducendo le foreste tropicali; fondamentali per assorbire anidride carbonica, e preservare specie uniche. E questo contribuisce ulteriormente all’aumento dei gas serra.
Quindi, grazie a queste criticità, cresce la consapevolezza globale sull’importanza della sostenibilità. Così che governi, organizzazioni e cittadini si mobilitino per adottare soluzioni concrete, sebbene la strada per proteggere l’ambiente, resti ancora lunga e urgente.
L’invasione dello Stretto di Gibilterra
Migliaia di tonnellate di un’alga invasiva proveniente dal sud-est asiatico, stanno invadendo le spiagge dello Stretto di Gibilterra, e della costa meridionale spagnola, creando una crisi ambientale senza precedenti. Dal maggio 2025, infatti, le autorità di Cadice hanno rimosso oltre 1.200 tonnellate di alghe da La Caleta, la spiaggia più frequentata della città, arrivando a 78 tonnellate, in un solo giorno. José Carlos Teruel, responsabile delle spiagge comunali, definisce la situazione una «catastrofe ambientale», e racconta come ogni vento da ovest, porti nuove ondate di alghe. Secondo it.euronews.com, questa specie è arrivata proprio attraverso le cisterne di zavorra delle navi che passano dal Canale di Suez, e si sta diffondendo rapidamente lungo gran parte del Mediterraneo.
L’alga “Rugulopteryx okamurae“, sta appunto minacciando la biodiversità locale, soppiantando specie autoctone, e alterando gli ecosistemi marini. La sua capacità di attaccarsi saldamente a rocce e superfici sommerse, unita all’assenza di predatori naturali, rende la sua eradicazione, quasi impossibile. Mettendo in difficoltà, persino l’economia locale: come il turismo a Cadice e Tarifa, sofferente a causa delle spiagge invase e dell’odore sgradevole. Mentre la pesca, è penalizzata dall’alga che intrappola reti, e riduce l’ossigeno nell’acqua. Juan José Vergara, biologo dell’Università di Cadice, sottolinea dunque che il problema è ormai fuori controllo.

Soluzioni e sfide normative
Attualmente, le alghe vengono smaltite in discarica, con costi elevati per la collettività. Difatti, un’azienda locale ha chiesto di usarle come biomassa per produrre energia, fertilizzanti o contenitori, ma la normativa spagnola vieta l’uso commerciale delle specie invasive (salvo casi particolari). Pertanto, la Regione Andalusa ha proposto un piano per affrontare l’emergenza, includendo ricerca, monitoraggio, e possibili forme di riciclo.
Nonostante le iniziative in corso, la quantità di alghe presente in mare rimane comunque enorme, e solo una minima parte, raggiunge le spiagge. Tanto che Vergara avverte che, anche con il riciclo, la riduzione dell’invasione sarà limitata. Non a caso, la lotta contro questa minaccia ecologica, richiede sforzi continui, e soluzioni innovative, quantunque la strada per la completa eradicazione, sembri particolarmente lunga e complessa.