Taglio PREZZI BENZINA: da questa data corri a fare rifornimento | Durerà pochissimo
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Negli ultimi anni, la sensazione di dover pagare sempre più tasse su ogni cosa è diventata una realtà tangibile per molti cittadini. E dal carburante (come vedremo appunto più avanti) ai generi alimentari; dalle bollette ai servizi, il peso fiscale sembra crescere senza tregua, incidendo in modo sempre più marcato, sui bilanci familiari.
Una pressione, spesso, risultato di una combinazione di fattori economici complessi, come l’aumento del debito pubblico; e inflazione e necessità dello Stato, di finanziare servizi e infrastrutture. Aggiungendosi, a ciò, la difficoltà di ridurre sprechi e inefficienze, nella macchina amministrativa.
Molte imposte, anche indirette, si celano proprio nei prezzi di beni e servizi, facendo sì che i cittadini paghino tasse senza quindi rendersene conto.
Il risultato è un sistema fiscale che, pur mirando alla stabilità economica, rischia invece di erodere progressivamente il potere d’acquisto, e la fiducia dei contribuenti.
Una manovra che cambia i prezzi
Lo scorso 17 ottobre, il Consiglio dei ministri ha approvato la Legge di bilancio per il 2026, che introduce un cambiamento significativo, nel sistema delle accise sui carburanti. E dal primo gennaio 2026, benzina e gasolio saranno soggette alla stessa imposta: ovvero, che la benzina vedrà una riduzione di circa 4 centesimi al litro; mentre il diesel, subirà un aumento equivalente. Misura, questa, prevista inizialmente in modo graduale, ma stata accelerata dal governo, il quale punta così a uniformare più rapidamente la tassazione (come riportato da tg24.sky.it).
Le associazioni dei consumatori, pertanto, hanno reagito con forza. Il Codacons, ha parlato di una “stangata sul gasolio”, denunciando il rischio di un aumento di oltre 2 euro a pieno, per chi utilizza appunto, vetture a diesel. Temendo, l’associazione, che i distributori non trasferiscano i benefici del taglio dell’accisa sulla benzina ai consumatori, chiedendo quindi controlli serrati e multe, per evitare speculazioni.

Il peso delle tasse sul carburante
Assoutenti ha evidenziato come, in Italia, le tasse rappresentino circa il 60% del prezzo della benzina, e il 57%, di quello del diesel. E ciò significa che, oltre un euro per litro di carburante, finisce nelle casse dello Stato, fra Iva e accise. Secondo i calcoli, nel 2023 i consumatori italiani hanno versato oltre 38 miliardi di euro, solo in imposte legate ai carburanti, contribuendo a rendere il prezzo alla pompa, fra i più alti d’Europa.
Persino l’Unione Nazionale Consumatori, ha espresso scetticismo, accusando il governo di voler “fare cassa”, con l’allineamento delle accise. Il presidente Massimiliano Dona, ha sottolineato che senza controlli rigorosi, e con un’aliquota più bassa, il provvedimento rischia di tradursi in un ulteriore aggravio per i cittadini. Tanto che, in assenza di correttivi, l’aumento sul diesel, e la mancata riduzione effettiva sulla benzina, potrebbero davvero pesare ancor di più, sui bilanci delle famiglie italiane.
