PERICOLO ChatGPT: non dirgli mai queste cose o resti in mutande senza soldi

Non scrivere mai queste cose a ChatGPT (Canva) - notiziesecche.it
Se scrivi determinate cose su ChatGPT, rischi veramente che l’intelligenza artificiale possa far di te tutto ciò che vuole.
Impostare un software è un processo fondamentale, per garantirne il corretto funzionamento. Motivo per cui, prima di tutto, è importante comprendere gli obiettivi che si vogliono raggiungere con il programma, così da poter scegliere le funzionalità più adatte.
Successivamente, si procede con l’installazione, la quale può variare a seconda del tipo di software, e del sistema operativo utilizzato. Essendo, quindi, essenziale seguire attentamente le istruzioni, per evitare errori che potrebbero comprometterne il funzionamento.
Dopo l’installazione, si passa poi alla configurazione, ovvero alla personalizzazione delle impostazioni, in base alle proprie esigenze. Una fase che consente di ottimizzare l’utilizzo del software, e di adattarlo al contesto specifico in cui verrà utilizzato.
Infine, è importante effettuare dei test per verificare che tutto funzioni correttamente. Poiché solo così si può esser certi che l’applicativo sia pronto all’uso, e offra le prestazioni desiderate.
Il successo (e i rischi) di ChatGPT
ChatGPT è diventato uno strumento sempre più utilizzato, grazie agli aggiornamenti costanti di OpenAI, e ai milioni di domande poste – giornalmente – dagli utenti. Basato su machine learning, il chatbot impara continuamente da ogni interazione, così da migliorare le risposte. E di recente, è stato aggiunto anche un tool per generare immagini foto-realistiche; a testimonianza del rapido sviluppo della piattaforma. Ciò nonostante, è importante usare ChatGPT con cautela, poiché ci son domande che potrebbero metter a rischio la tua privacy e sicurezza.
Jennifer King, ricercatrice presso lo “Stanford Institute for Human-Centered Artificial Intelligence”, mette appunto in guardia gli utenti su cinque tipologie di informazioni da non condividere mai con ChatGPT. E queste, includono: dati personali sensibili, come indirizzo, numero di telefono, e documenti d’identità; risultati medici; dati di accesso, come password e PIN; informazioni aziendali, protette da segreto professionale; e dati finanziari, come numeri di conto o buste paga. Persino grandi aziende come Samsung, proibiscono ai propri dipendenti di usare l’intelligenza artificiale, per dati riservati.

I motivi della diffidenza
Il motivo principale per cui non bisogna fidarsi ciecamente di ChatGPT, risiede nei rischi di sicurezza. Poiché nel 2023, OpenAI ha subito una grave falla che ha esposto pubblicamente le cronologie delle chat di milioni di utenti, comprese informazioni personali come nome, e-mail e altro. Un incidente il quale ha, dunque, sottolineato le vulnerabilità anche delle piattaforme più avanzate.
Ma oltre ai rischi tecnici, c’è anche il pericolo che alcune informazioni possano esser vendute a terze parti, per scopi di marketing o commerciali. Di conseguenza, fornire dati troppo sensibili potrebbe portare a un uso improprio delle stesse, o alla diffusione non autorizzata, di informazioni private. Per tutti questi motivi, è sempre consigliato mantenere alta la guardia, e limitare ciò che si condivide con l’intelligenza artificiale.