NUOVO SISTEMA ANTI FURBETTI: se non hai pagato la TARI in questa città, ti beccano dopo 24 ore

Furbetti Tari polizia (Canva foto) - www.notiziesecche.it
Il trucchetto degli abitanti di questa città italiana per non pagare la Tari fa discutere: scopri come hanno fatto.
In molte città italiane, parlare di TARI significa toccare un tasto dolente. L’importo medio di questa tassa può variare anche di centinaia di euro da un comune all’altro, con differenze notevoli tra nord e sud. Genova, ad esempio, supera i 500 euro annui, una cifra che incide pesantemente sul bilancio familiare, soprattutto in contesti già economicamente fragili.
In alcune aree, la difficoltà nel far quadrare i conti si traduce in scelte discutibili. Saltare un pagamento, posticipare una rata o ignorare del tutto la tassa sono pratiche più comuni di quanto si possa immaginare. Chi evade, spesso, lo fa in silenzio, confidando nel fatto che i controlli siano scarsi e poco incisivi.
Ma le cose stanno cambiando. Alcune amministrazioni locali stanno introducendo sistemi incrociati di controllo che, in modo indiretto ma efficace, permettono di identificare chi non è in regola. In molti casi, tutto parte da semplici operazioni quotidiane come la gestione della raccolta differenziata, apparentemente scollegate dalle questioni fiscali.
Ed è proprio nel momento in cui un cittadino crede di restare inosservato che scatta il meccanismo. Una mancata iscrizione a un servizio o un’anomalia nel ritiro di un kit può infatti trasformarsi nell’inizio di un’indagine più ampia. A quel punto, l’irregolarità fiscale emerge con chiarezza, e non resta che correre ai ripari.
Un sistema che incastra chi prova a restare invisibile
In una città ligure, oltre mille cittadini sono stati individuati come evasori della TARI grazie a un nuovo sistema di tracciamento. Secondo quanto riporta Circuito Lavoro, il meccanismo ha agito in modo semplice ma implacabile: per ricevere il kit della raccolta differenziata porta a porta, era necessaria l’iscrizione al servizio TARI.
Chi non risultava registrato, non poteva accedere al materiale. Così il Comune ha incrociato i dati e ha scoperto una lunga lista di utenti inesistenti sul piano fiscale, ma presenti nelle abitazioni. Alcuni non pagavano da anni, altri non avevano mai effettuato una registrazione.

I dati parlano chiaro: l’evasione è sistemica
Il caso riguarda la città di Savona, dove, in circa tre mesi, dieci cittadini al giorno sono stati invitati a regolarizzare la loro posizione. Il numero delle utenze che non ha ancora ritirato il kit si aggira attorno a seimila, facendo pensare a un fenomeno molto più ampio, tra seconde case e possibili affitti in nero.
Come ha dichiarato l’assessore al bilancio Silvio Auxilia, il Comune sta ancora verificando con precisione i numeri, ma l’intenzione è chiara: identificare e sanzionare chi ha eluso la tassa. Un’azione che potrebbe presto allargarsi anche ad altri settori, in una lotta sempre più mirata all’evasione locale.