MERCURIO in dosi massicce: da evitare questo pesce in scatola | Resterà sugli scaffali

Pescato vario (Pixabay foto) - www.notiziesecche.it

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Preoccupazione per la presenza di mercurio in alcuni prodotti ittici molto comuni: ecco quali evitare e come comportarsi. 

Che il pesce faccia bene lo sappiamo tutti, no? È uno di quegli alimenti che mettiamo nella lista dei “buoni”, quelli consigliati da medici e nutrizionisti. Però – e c’è sempre un però – non è tutto oro quel che luccica. Alcune varietà sono più “sicure” di altre, e non sempre chi compra ha tutte le info giuste per scegliere consapevolmente. Non basta che sia pesce per essere automaticamente sano, purtroppo.

Molti puntano sul pesce in scatola, per comodità più che altro. È economico, si conserva a lungo e lo trovi ovunque. Insomma, è diventato un alleato in cucina. Ma proprio questa facilità d’uso fa sì che ci si fidi un po’ troppo, senza domandarsi cosa ci sia davvero dentro quella scatoletta. Alcune volte, dietro un’etichetta familiare, può nascondersi qualcosa che forse non vorremmo mangiare troppo spesso.

Oggi c’è più attenzione su ciò che mettiamo nel piatto, e meno male. Si guarda l’etichetta, la provenienza, magari anche come è stato pescato. Ma spesso mancano le nozioni base per distinguere un pesce “ok” da uno da evitare. Tra pubblicità, abitudini e poca informazione, è facile perdersi. E se pensi che siano tutte paranoie… beh, forse è il momento di dare un’occhiata a cosa dicono gli esperti.

Saper scegliere bene il pesce dovrebbe essere quasi come saper scegliere una buona bottiglia di vino. Serve un minimo di conoscenza, altrimenti si va a caso. E quando in ballo c’è la salute, soprattutto quella dei più piccoli, non è il caso di andare alla cieca. Alcune specie marine, lo dicono le analisi, possono contenere sostanze poco raccomandabili, eppure stanno lì, tranquillamente sugli scaffali.

Attenzione su un aspetto spesso sottovalutato

Come riporta ecoblog.it, a rimettere tutto sotto i riflettori ci ha pensato un report del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare – il CNSA. La questione ruota attorno al metilmercurio, una sostanza tutt’altro che amichevole che si accumula soprattutto nei pesci grandi. Il rischio? Colpire bambini e donne in età fertile, cioè le persone più vulnerabili.

Il rapporto fa un po’ di chiarezza: mangiare pesce fa bene, certo, ma ci sono limiti da rispettare. Se ci si affida troppo spesso alle stesse specie, soprattutto predatori marini, si rischia di superare la quantità settimanale tollerata di questa sostanza. Una soglia che, per alcuni, si raggiunge con mezza porzione. Ma di quali in particolare?

Scatoletta di tonno (Depositphotos foto) - www.notiziesecche.it
Scatoletta di tonno (Depositphotos foto) – www.notiziesecche.it

L’avvertimento che riguarda uno dei prodotti più comuni

Bisognerebbe quindi limitare il consumo di pesci predatori, in particolare pesce spada, smeriglio e tonno. E tra i protagonisti della lista c’è proprio lui: il tonno in scatola. Quello che trovi in quasi tutte le cucine italiane, magari già aperto per condire una pasta al volo. Il CNSA suggerisce di non superare due porzioni a settimana, altrimenti – soprattutto per bambini e donne – si rischia di esagerare col metilmercurio.

Non è che sia vietato, eh, però mangiarlo troppo spesso potrebbe non essere la scelta migliore. Il messaggio è chiaro: serve un po’ più di attenzione. Meglio alternare, cambiare pesce, preferire quelli piccoli o allevati con mangimi vegetali. E se ogni tanto ti viene voglia di tonno, nessun problema… basta non esagerare.