Fabio Kenobit e la musica chiptune: quando il Game Boy diventa uno strumento musicale

Fabio Kenobit e il Game Boy (Rai - youtube screenshot) - www.notiziesecche.it
Kenobit trasforma il Game Boy in uno strumento musicale punk da concerto, portando la chiptune in tutto il mondo.
Chi l’avrebbe mai detto che uno dei simboli dell’infanzia anni ’90, il vecchio Game Boy grigio della Nintendo, potesse diventare un vero strumento musicale? Eppure c’è chi l’ha fatto, e ci ha costruito sopra una carriera che mescola videogiochi, musica e cultura underground.
Fabio Bortolotti, meglio conosciuto come Kenobit, è un personaggio a metà tra il nerd e il punk, streamer, traduttore, musicista… e beh, forse anche filosofo a modo suo. C’è qualcosa di profondamente affascinante – e un po’ poetico – nel prendere un aggeggio elettronico datato 1989, pensato per Super Mario e Tetris, e trasformarlo in una specie di sintetizzatore portatile.
Ma per Kenobit non è solo un esercizio di stile: è un modo per dire che la creatività non ha bisogno di strumenti costosi. Anzi, meno hai, più ti ingegni. Ed è proprio questa visione che lo ha reso un punto di riferimento per quella fetta di ragazzi (e non solo) che si aggirano nei meandri più alternativi della scena videoludico-musicale.
Tutta questa roba non nasce da un capriccio, ma da un bisogno vero. Fabio lo chiama proprio così: “una necessità”. Perché quando cresci con certi suoni – quelli grezzi, taglienti, quasi disturbanti dei giochi 8-bit – ti si piantano dentro.
La scoperta e l’idea
Lui suonava la batteria in una band punk, finché non ha scoperto che in Italia c’era già qualcuno che suonava il Game Boy come fosse uno strumento qualsiasi. E da lì, boom: ha preso quella strada e non si è più fermato. Quello che ha trovato in questa scena va oltre la musica. Ha trovato una comunità, un modo di stare insieme, gente che condivideva trucchi e scoperte su come spremere al massimo quei quattro canali audio del Game Boy.
Ha trovato anche un messaggio ecologico, nel senso che riutilizzare vecchi hardware significa pure evitare di buttarli via. E poi c’è l’aspetto economico: con pochissimi euro puoi iniziare a fare musica, senza dover vendere un rene per comprarti una DAW professionale o sintetizzatori costosi. È un po’ come dire: “Hey, anche tu puoi farlo.”

Quando il Game Boy si trasforma in strumento musicale
E non è solo roba da cameretta o da centri sociali. Il Game Boy ha portato Kenobit in giro per il mondo. Cioè, letteralmente. Ha suonato in Russia, in Giappone, in Australia, in Sud America. Certe volte davanti a centinaia di persone, altre volte in scantinati pieni zeppi di gente con la stessa passione. Non importa il posto, importa l’atmosfera. In Giappone per dire, nonostante il Game Boy sia nato lì, la scena è piccola ma super viva. In Sud America invece è tutta un’altra vibrazione, molto più viscerale, molto più legata alla strada.
Poi ci sono state anche le situazioni assurde, come raccontato sempre a Fanpage, tipo un festival punk su un’isola danese dove gente di 60 anni pogava sotto il palco. Oppure i concerti a Londra, quelli “eleganti”, con il pubblico compostissimo, ma anche quelli che – parole sue – “finiscono a coltellate”. Tutto questo per dire che il Game Boy è diventato un po’ come una chitarra: può suonare ovunque, e con chiunque. E se pensi che è solo un giocattolo… be’, forse non hai mai sentito un vero live chiptune.