Esame Maturità, ultimi orali: cosa succede se fai SCENA MUTA | Tutti i casi possibili e i rischi da calcolare

Esame di stato, ecco come si fa quando si è in difficoltà (Freepik Foto) - www.notiziesecche.it
Ci sono istanti in cui tutta la preparazione sembra dissolversi.
Ti eri esercitato, avevi letto, sottolineato, fatto schemi… eppure, all’improvviso, il cervello si mette in pausa. Niente panico: capita più spesso di quanto si creda.
Il silenzio in certi momenti non è vuoto, è carico. Carico di emozioni, di aspettative, di adrenalina. E magari proprio per questo diventa difficile anche solo cominciare a parlare.
La scena non è nuova. Una sedia, una commissione, una domanda. E il vuoto. Non per cattiva volontà, non per disinteresse. Ma per un blocco, che a volte è più forte della logica.
In questi casi, serve una cosa: sapere che tutto non finisce lì. Ci sono regole, margini, comprensione. E soprattutto: nessuno viene giudicato per un attimo di silenzio.
Ecco cosa accade davvero
Restare zitti durante l’orale della Maturità – la temutissima “scena muta” – non significa automaticamente fallire l’esame. Come spiegano Skuola.net e Money.it, l’orale vale al massimo 20 punti. Se uno studente ha già totalizzato almeno 60 punti sommando crediti scolastici e prove scritte, la promozione è garantita anche con un colloquio del tutto fallimentare.
I commissari, inoltre, non sono lì per “punire” ma per valutare. Molti di loro cercano di aiutare chi si blocca, cambiando tono, riformulando le domande, o lasciando qualche secondo in più. Anche un accenno, una frase detta con esitazione, può valere punti preziosi.

Ma attenzione alle eccezioni
Diverso è il caso di chi arriva all’orale con un punteggio insufficiente. Se i crediti scolastici e le prove scritte non bastano da soli a raggiungere 60, l’orale diventa fondamentale. E lì, una scena muta vera e propria può segnare la differenza tra promozione e bocciatura. C’è poi chi sceglie il silenzio per protesta. Secondo quanto riportato da OrizzonteScuola (giugno 2024), alcune studentesse hanno deliberatamente scelto di non rispondere alle domande per motivi ideologici.
Ma poiché avevano già raggiunto la soglia minima, sono state comunque promosse: nessuna irregolarità, nessuna sanzione. Il silenzio, in quel caso, è stato un messaggio, non un errore. Ecco perché è importante arrivare all’orale con lucidità, ma anche con consapevolezza: un momento di vuoto può capitare, ma non è la fine. Se ti succede, respira, chiedi di ripetere la domanda, prova anche solo a ragionare a voce alta. L’esame non misura la perfezione, ma la capacità di reagire. E se hai costruito un percorso solido, nessun blocco potrà cancellarlo. Preparati, ma sappi che anche il silenzio – se compreso nel contesto giusto – può trovare ascolto. E spesso, anche rispetto.