È ARRIVATO SETTEMBRE: i lavoratori si preparano agli aumenti di stipendio | Ecco chi li riceverà

Le promesse che ci spettano (Canva) - notiziesecche.it
Come tutti gli anni, a settembre i lavoratori non vedono l’ora di veder il proprio stipendio aumentato, e d esser più sereni.
Negli ultimi cinque anni e mezzo, il mondo ha assistito a un forte squilibrio economico. A causa di crisi globali, emergenze sanitarie, e instabilità che hanno purtroppo messo in luce una realtà: che i più ricchi, son diventati ancora più ricchi.
Le difficoltà hanno infatti colpito in modo sproporzionato, chi già viveva in condizioni fragili. E l’aumento dei prezzi, la perdita di lavoro, e l’insicurezza economica, aggravato le disuguaglianze.
E mentre molti hanno appunto faticato a sopravvivere, una minoranza ha invece saputo trarre vantaggio dalle crisi. Settori come la tecnologia, la finanza e la logistica, i quali hanno fatto registrare profitti enormi, concentrando ancor più ricchezza nelle mani di pochi.
Il risultato è un divario sempre più marcato fra chi possiede risorse, e chi lotta per arrivare a fine mese. Tendenza che mette quindi a rischio, coesione e giustizia sociale.
Stipendi in crescita, dal 2026
Il 2026, si preannuncia un anno positivo per i lavoratori dipendenti italiani, grazie a conferme e novità che avranno un impatto diretto sulle buste paga. E dopo anni in cui il taglio del cuneo fiscale andava rinnovato di volta in volta con la legge di Bilancio, l’ultima manovra ha reso questo meccanismo, strutturale. E ciò significa che il beneficio non avrà più bisogno di proroghe annuali, garantendo maggior stabilità e continuità, negli stipendi netti.
Dal 2025, il taglio del cuneo fiscale è stato riformulato: così che per i redditi fino a 20 mila euro, è previsto un trattamento integrativo calcolato in percentuale; mentre per i redditi fino a 40 mila euro, l’aumento si traduce in una maggior detrazione. Schema che rimarrà valido anche nel 2026, offrendo ai lavoratori una certezza sul fronte della fiscalità personale. Pur non escludendo, proprio il governo, correttivi per render il sistema più equo ed efficace.

Possibile riforma Irpef
Parallelamente, l’esecutivo sta valutando una nuova riduzione dell’Irpef, la cui ipotesi principale riguarda il secondo scaglione, che oggi prevede un’aliquota del 35%, per i redditi fra 28 e 50 mila euro. E se confermata, la discesa al 33% garantirebbe anche un risparmio fino a 640 euro annui, per lavoratori, autonomi e pensionati. Una misura che rafforzerebbe, quindi, il potere d’acquisto del ceto medio.
Dal giugno 2026, entrerà per di più in vigore la direttiva europea 2023/970, la quale introduce l’obbligo di trasparenza retributiva. Per cui i datori di lavoro dovranno comunicare dati medi sulle retribuzioni, per mansioni equivalenti, distinguendo per genere; oltre che giustificare differenze superiori al 5%. Un passo, insomma, che secondo money.it, potrebbe favorire aumenti soprattutto per chi oggi subisce disparità ingiustificate, aprendo perciò a un mercato del lavoro più equo e trasparente.