Conto corrente BLINDATO: questo è lo stratagemma legale da attuare | Nessuno potrà pignorarti nulla
 
 Ecco lo stratagemma (canva.com) - www.notiziesecche.it
Se temete che vi pignorino il conto, state tranquilli. Secondo quanto dice la legge, questo stratagemma non lascia spazio a dubbi.
Parliamo di conti bancari, gestione delle finanze e norme relative al settore. In questo articolo affronteremo anche un tema molto temuto: il pignoramento.
Come riportato dal sito La Legge Per Tutti, ricevere una comunicazione di pignoramento per il proprio conto corrente può essere un’esperienza estremamente stressante, specialmente quando si tratta di soldi imprescindibili.
Tuttavia, la legge italiana fornisce diverse tutele per salvaguardare la dignità del debitore, stabilendo chiaramente i limiti su ciò che può realmente essere pignorato o meno.
In questo contesto, la fonte ci offre i riferimenti normativi necessari per proteggere i diritti del debitore e per seguire le procedure corrette per evitare il congelamento del conto e la perdita di beni indispensabili per la vita quotidiana.
Cosa indica la legge
Secondo quanto indicato dalla fonte, il Codice di Procedura Civile, e in particolare l’articolo 545, si propone di equilibrare il diritto del creditore a riavere quanto gli spetta con l’esigenza di garantire il sostentamento al lavoratore e alla sua famiglia tramite lo stipendio. È importante fare una distinzione iniziale tra i fondi già presenti nel conto al tempo della notifica del pignoramento e quelli che verranno accreditati in un secondo momento.
Entrando nel dettaglio del tema, i primi, ottenuti da stipendi, salari o altre forme di compenso, sono protetti in modo specifico: possono essere pignorati soltanto per l’importo che supera il triplo dell’assegno sociale, attualmente fissato a 538,69 euro, con un limite di impignorabilità di 1. 616,97 euro.

Accrediti future e diritti
Come evidenziato da La Legge Per Tutti, per gli accrediti futuri, si applicano le norme generali di pignorabilità: nel caso di crediti ordinari, il stipendio può essere pignorato per un massimo di un quinto dell’importo netto. Se il creditore è l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, le regole prevedono dei limiti di pignorabilità più favorevoli al debitore, che variano in base all’ammontare del reddito: un decimo per stipendi fino a 2. 500 euro, un settimo per stipendi tra 2. 501 e 5. 000 euro, e un quinto per stipendi superiori a 5. 000 euro. Inoltre, vi è una protezione aggiuntiva rappresentata dall’impignorabilità dell’ultima somma accreditata.
Per far valere i propri diritti sullo stipendio, la fonte precisa che è cruciale dimostrare che le somme presenti sul conto sono di natura retributiva, fornendo alla banca e al giudice estratti conto e buste paga. Se si verifica la presenza di somme non pignorabili, l’unico modo per sbloccarle è intraprendere un’azione legale, presentando opposizione all’esecuzione e richiesta di sospensione e riduzione del pignoramento al Giudice dell’Esecuzione. È fondamentale infine, secondo la fonte, sottolineare che la banca non può agire di propria iniziativa, ma deve attenersi all’ordine ricevuto.
