Chiusura di massa: noto marchio fa abbassare le serrande di tutti i negozi | L’abbigliamento amatissimo scompare da queste città

Negozio di abbigliamento chiuso (Canva foto) - www.notiziesecche.it

Negozio di abbigliamento chiuso (Canva foto) - www.notiziesecche.it

Un altro marchio iconico della moda lascia il mercato fisico: chiudono tutti i negozi, restano solo e-commerce e assorbimenti.

Ultimamente sembra quasi impossibile camminare per il centro senza notare qualche saracinesca abbassata. La moda sta cambiando in fretta, e molte aziende non riescono più a stare al passo. Complice lo shopping online, certo, ma anche una trasformazione più profonda, che riguarda come e dove scegliamo di acquistare. Alcuni brand provano a reinventarsi, altri… spariscono.

C’è chi pensa che sia solo una questione di tagliare i costi, ma la verità è un po’ più complessa. Le grandi catene stanno facendo i conti con un mercato che non perdona: se non ti evolvi, vieni tagliato fuori. E così, la chiusura di negozi fisici diventa quasi la norma, un passo inevitabile per stare a galla. In mezzo, ovviamente, ci finiscono i clienti e i lavoratori.

Anche quei marchi che fino a poco fa sembravano inarrestabili ora devono rivedere tutto da capo. Il problema non è solo la concorrenza online, ma proprio il modo in cui compriamo oggi. Sempre più persone preferiscono acquistare con un clic, magari rinunciando a un po’ di qualità, pur di spendere meno e ricevere tutto subito.

Il risultato? Negozi deserti, città che perdono pezzi della loro identità commerciale e dipendenti che restano a casa. In molte zone, l’assenza di certi brand si nota eccome. E anche se si parla spesso di “riorganizzazione”, la verità è che per chi quei negozi li viveva ogni giorno, è una perdita bella grossa.

Un altro tassello che si aggiunge al cambiamento

Anche H&M non è rimasta indifferente a questo scossone. La multinazionale svedese ha infatti deciso di chiudere tutti i punti vendita del marchio Monki, uno dei brand più riconoscibili del gruppo. Si parla di una sessantina di negozi sparsi in 15 Paesi, che presto spariranno dalle vie dello shopping. Qualcosa sarà recuperato attraverso Weekday, altra etichetta del gruppo, ma per il resto si punterà tutto sull’online.

Una scelta che arriva dopo anni di riorganizzazioni interne e che sembra confermare la direzione intrapresa da H&M: meno presenza fisica, più e-commerce, e un’offerta sempre più orientata al pubblico giovane. La notizia è stata riportata da Money.it, e rientra in un disegno più ampio di razionalizzazione che riguarda anche altri marchi del gruppo come Cheap Monday.

Negozio di abbigliamento (Freepik FOTO) - www.notiziesecche.it
Negozio di abbigliamento (Freepik FOTO) – www.notiziesecche.it

 

Addio silenzioso

L’uscita di scena di Monki dai negozi colpisce in pieno città simbolo della moda come Londra, Berlino, Madrid e Parigi. In questi luoghi, il brand aveva trovato una sua nicchia: giovane, creativa, sempre attenta allo stile. Ora, tutto si sposterà sul digitale, con qualche presenza residuale all’interno di Weekday… ma è chiaro che non sarà la stessa cosa.

Questa decisione si inserisce in una strategia più ampia che ha già portato a diverse chiusure anche in Italia. Solo nel 2025, ad esempio, diversi negozi H&M hanno chiuso i battenti — Chieti, Biella e presto anche Rubano — come parte di un piano che prevede meno negozi e più efficienza. Monki è solo l’ultima “vittima” di un cambiamento che, ormai, sembra inarrestabile.