Bonus Prima Casa: la normativa è cambiata a favore dei contribuenti | Eliminata una condizione importante per chi riacquista

Donna sorridente con modellino di casa

Bonus casa, ecco come funziona ora (Freepik Foto) - www.notiziesecche.it

Ci sono momenti in cui una decisione economica non è solo una questione di cifre, ma di tempistiche.

È una questione di equilibri e piccoli incastri che devono andare tutti al loro posto. In quei frangenti, il calendario conta tanto quanto il portafoglio, e ogni mese in più o in meno può cambiare il destino di un’operazione.

Quando si affronta un passaggio patrimoniale, spesso non si tratta solo di comprare o vendere: è una partita a scacchi tra esigenze personali e regole stabilite dal legislatore. La differenza sta nel sapere quando muovere e quando attendere.

Le modifiche alle normative non arrivano mai a caso. Sono frutto di scelte politiche, di osservazioni sul mercato e di un certo grado di mediazione tra chi governa e chi vive ogni giorno quelle regole. Talvolta, un singolo comma può alleggerire il peso di mesi di incertezze.

Per chi si muove in questi scenari, le parole “proroga” o “estensione” non sono mai termini neutri. Sono campanelli d’allarme o segnali di tregua, a seconda della prospettiva, e possono trasformare un impegno gravoso in un’opportunità gestibile.

Un cambiamento nel ritmo delle scadenze

Con la legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024), art. 1 comma 116, il legislatore ha introdotto una modifica che, secondo la Risposta n. 197/2025 dell’Agenzia delle Entrate, si applica anche a chi aveva già avviato determinate operazioni l’anno precedente. In sostanza, il tempo concesso per completare un passaggio fondamentale si allunga sensibilmente, offrendo più margine d’azione ai contribuenti.

Dal 1° gennaio 2025 il termine per vendere un immobile già posseduto, dopo un nuovo acquisto con agevolazioni, passa da 12 a 24 mesi. La modifica è prevista dalla Legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024, art. 1 comma 116). Si applica anche agli acquisti fatti nel 2024, se al 31 dicembre 2024 il vecchio termine annuale non era ancora scaduto. Il credito d’imposta per il riacquisto resta valido e diventa definitivo solo se la vendita avviene entro 24 mesi. Se non si vende nei tempi, si perde sia l’agevolazione “prima casa” sia il credito. In tal caso, vanno restituite le somme e pagate le imposte con interessi (fonte: Agenzia delle Entrate, Risposta n. 197/2025).

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Una lettura più tecnica

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, in questi casi, anche il diritto a un credito fiscale specifico rimane in piedi, purché la condizione sia rispettata entro la nuova scadenza. Il beneficio resta inizialmente “provvisorio” e diventa definitivo solo se il passaggio viene completato entro il nuovo termine. Diversamente, si rischia la decadenza con obbligo di restituire le agevolazioni e versare imposte più interessi.

Questa interpretazione, resa ufficiale con la risposta del 30 luglio 2025, non è un semplice chiarimento burocratico: è una cornice che definisce il modo in cui centinaia di operazioni in corso potranno andare a buon fine senza l’ansia di un conto alla rovescia troppo stretto. In altre parole, un piccolo cambio di regole che, sul piano pratico, può fare una grande differenza.