AUTOVELOX PAZZI: staccata una multa da 28 mila euro | Automobilista incredulo quando la riceve

Multa e soldi (Pexels_Pixabay foto) - www.notiziesecche.it

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Un autovelox nascosto lungo il tragitto casa-lavoro scatena un’ondata di multe a raffica mai arrivate prima.

Negli ultimi anni se ne parla sempre più spesso, eppure la questione continua a dividere: gli autovelox sono davvero lì per farci andare più piano o solo per… svuotarci il portafoglio? Non è raro imbattersi in commenti indignati sui social o ascoltare racconti di chi, nel giro di pochi mesi, si è ritrovato con il cruscotto sommerso di multe.

Insomma, da strumento di sicurezza a motivo di rabbia collettiva, il passo sembra sempre più breve. E c’è un’altra cosa che fa storcere il naso: la posizione. Troppi segnalati male, altri mimetizzati tra alberi, pali o dietro curve cieche.

La gente si sente presa in giro, come se ci fosse una trappola in attesa dietro ogni svolta. E anche quando uno rispetta i limiti, il dubbio resta: “Ma quel cartello c’era o l’ho mancato?”. La fiducia nel sistema, così, vacilla.

Poi ci sono i casi limite, quelli in cui le multe non arrivano subito, ma si accumulano nell’ombra, silenziosamente. E quando finalmente bussano alla porta, il colpo è da KO. Nessun avviso, nessun segnale d’allarme prima.

Una scoperta che lascia di sasso

Solo una cifra enorme da pagare, e basta. Ma come si fa a difendersi se non si ha neanche il tempo di capire l’errore? Il problema è anche questo: se le notifiche arrivano tutte insieme, addio ricorso. Il termine scade, e tanti saluti al diritto di contestare.

Il risultato? Una montagna di soldi da versare, un senso di impotenza, e l’amara sensazione di essere stati fregati. E tutto questo non per una grave infrazione, ma per un errore ripetuto più volte, senza mai accorgersene davvero.

Autovelox (Pexels foto) - www.notiziesecche.it
Autovelox (Pexels foto) – www.notiziesecche.it

Una routine apparentemente innocua

È quello che è successo a un vigilante di Nizza Monferrato, come riporta Tgcom24, che nel 2021 lavorava in un supermercato di Tortona, ad Alessandria. Sei mesi in cui, ogni giorno, prendeva l’auto per andare e tornare dal lavoro. Tutto normale, all’apparenza. Solo che lungo quel tragitto, in un punto preciso — Bazzana di Mombaruzzo — c’era un autovelox piazzato lì dalla Provincia di Asti. E ogni volta che lui passava, tac… registrava.

La beffa? L’uomo ha detto che il dispositivo era sistemato in cima a un lampione, dopo una curva, e pure coperto da una siepe alta tre metri. Insomma, quasi impossibile vederlo. In un primo momento, tra il 2022 e il 2023, aveva ricevuto solo qualche multa piccolina. Roba da poco, almeno all’inizio. Ma nessun campanello d’allarme vero. O forse sì, ma… troppo debole per essere notato. Poi, a dicembre, il botto. Una lettera raccomandata, allegati a non finire. Dentro c’erano centinaia di verbali, uno dopo l’altro, e alla fine il conto totale: 28.000 euro. Ventottomila, sì. L’uomo, ovviamente, è rimasto di sasso. Ha dichiarato di guadagnare 1.100 euro al mese. “Come faccio a pagare tutto quanto?”, ha chiesto, evidentemente disperato.