AUMENTO BOLLETTA LUCE: questo filo va scollegato subito | Lo abbiamo tutti in casa

Energia, ecco come risparmiarla in modo semplicissimo (Freepik Foto) - www.notiziesecche.it
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è diventata parte integrante di ogni gesto quotidiano.
Dall’alba al tramonto, ci affidiamo a dispositivi elettronici che semplificano la nostra vita, migliorano la comunicazione e garantiscono comfort e produttività. Tuttavia, in questa crescente dipendenza da strumenti digitali, spesso trascuriamo alcuni dettagli che, nel tempo, si rivelano tutt’altro che insignificanti.
Le nostre case, sempre più moderne e connesse, ospitano una rete invisibile di dispositivi costantemente alimentati. Anche quando non li utilizziamo, essi continuano a ricevere energia, in modo quasi impercettibile. Questo fenomeno, trascurato da molti, rappresenta una voce silenziosa ma costante nel bilancio energetico domestico.
Non si tratta solo di grandi elettrodomestici o tecnologie avanzate. Anche i piccoli apparecchi contribuiscono a questo effetto, rendendo necessario un ripensamento delle nostre abitudini quotidiane. Ciò che sembra irrilevante in un giorno, può accumularsi in maniera significativa nel corso dei mesi.
L’efficienza energetica non dipende solo dalla qualità dei dispositivi, ma anche dal modo in cui li gestiamo. Una maggiore consapevolezza su ciò che resta acceso quando crediamo sia spento può tradursi in un risparmio concreto e in una scelta più sostenibile.
Un dettaglio trascurato in molte case
Senza rendercene conto, molti degli oggetti che utilizziamo ogni giorno continuano a consumare energia anche quando non sono in funzione. Questo avviene a causa della cosiddetta modalità stand-by, una funzione pensata per riattivare i dispositivi più rapidamente, ma che li mantiene costantemente alimentati. Televisori, stampanti, decoder, console da gioco e perfino i forni a microonde digitali sono spesso tra i colpevoli silenziosi di questo assorbimento continuo.
Un’analisi condotta dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, ripresa recentemente anche dal sito Ecografia Clinica (27 luglio 2025), ha stimato che il consumo residuo può arrivare a rappresentare fino al 10% del totale della bolletta elettrica annuale di una famiglia media. Questo significa che una parte rilevante dei costi energetici domestici non è legata all’uso diretto, ma a ciò che rimane acceso “dietro le quinte”.

L’errore comune che pesa in bolletta
Tra tutti i dispositivi responsabili di questo fenomeno, ce n’è uno particolarmente insidioso: i caricabatterie lasciati collegati alla presa elettrica anche quando non sono in uso. Nonostante possano sembrare inerti, continuano ad assorbire energia. Secondo le analisi pubblicate su Ecografia Clinica, un solo caricabatterie può arrivare a consumare fino a 5 kWh all’anno se lasciato costantemente attaccato, valore che aumenta sensibilmente se il cavo rimane collegato al dispositivo.
Questo consumo è spesso sottovalutato, ma la moltiplicazione di più caricabatterie attivi contemporaneamente in casa può produrre una spesa evitabile. Anche i modelli più recenti, pur dotati di sistemi di risparmio energetico, non sono completamente esenti da questo effetto, soprattutto quando il caricatore resta acceso con il cavo inserito: una configurazione che mantiene il circuito parzialmente attivo e quindi energivoro.