Altro che Gas: l’allarme per l’ACQUA è già scattato | Queste sono le previsioni nefaste per le prossime bollette

Bollette d'acqua (Canva foto) - www.notizesecche.it
L’attenzione era tutta sul caro gas, ma adesso è l’acqua a far tremare le famiglie italiane: in arrivo stangate in bolletta.
Ogni volta che apriamo il rubinetto per bere, lavarci le mani o preparare un caffè, raramente ci soffermiamo a pensare a quanto l’acqua sia una risorsa essenziale che entra nella nostra vita in mille modi. È così integrata nelle abitudini quotidiane che tendiamo a considerarla illimitata, automatica, scontata. Eppure, se ci fermassimo un attimo a riflettere, ci accorgeremmo che in molte parti del mondo – ma anche in alcune zone d’Italia – l’accesso all’acqua pulita è tutt’altro che garantito.
Nel corso degli anni, la sensibilità verso i temi ambientali ha acceso i riflettori sull’importanza della sostenibilità idrica. Ma il vero problema è che, nella pratica, si fa ancora poco per tutelare questa risorsa. Le reti di distribuzione, ad esempio, sono spesso vecchie e mal gestite. In certe zone si disperde oltre la metà dell’acqua immessa nei condotti prima ancora che arrivi nelle case. E se a questo aggiungiamo i cambiamenti climatici e i lunghi periodi di siccità, la situazione si complica ulteriormente.
L’acqua è anche al centro di un altro grande nodo: quello dei costi in bolletta. Molti consumatori vedono lievitare le spese senza ricevere un servizio proporzionato. Si paga, sì. Ma in cambio si riceve un’acqua che non sempre rispetta gli standard qualitativi e infrastrutture che cadono a pezzi. Il paradosso, insomma, è servito.
E allora viene da chiedersi: perché un bene primario come l’acqua viene trattato come un affare secondario nella pianificazione politica e nella spesa pubblica? Come può un Paese moderno ignorare l’urgenza di una gestione efficiente e trasparente di una risorsa così strategica per il futuro?
L’aumento delle tariffe e i rischi per le famiglie italiane
A preoccupare maggiormente, ora, sono gli aumenti previsti nelle bollette dell’acqua. Secondo i dati diffusi recentemente dalla Uil, una famiglia tipo con tre componenti e un consumo medio di 180 metri cubi l’anno si troverà a pagare in media 497 euro. Solo un anno fa la spesa era di 473 euro: l’aumento è evidente, e in alcune città italiane può arrivare fino al 9%.
Le differenze geografiche sono molto marcate: nel Centro Italia si spendono anche 681 euro all’anno, mentre a Livorno si toccano gli 844 euro. Trento, invece, guida la classifica delle città meno care, con una media di 193 euro. Ma il prezzo basso, avverte la Uil, non è sempre sinonimo di efficienza: spesso, infatti, significa semplicemente assenza di investimenti.

Dove si pagherà di più e perché il sistema è a rischio
La crescita dei costi è solo la punta dell’iceberg. Dietro ci sono reti obsolete, carenze strutturali e sprechi sistematici. In alcune zone del Sud, ad esempio, l’acqua viene ancora razionata, e nel 2023 oltre 2,3 milioni di famiglie hanno subito disservizi gravi. La perdita media nazionale si attesta al 45,5%, con punte drammatiche in Calabria e Sicilia.
La situazione, secondo i sindacati, è ormai critica. Mancano investimenti strutturali, la gestione è inadeguata e i fondi del Pnrr spesso non vengono utilizzati per mancanza di progetti validi o personale qualificato. Il risultato? I cittadini pagano tariffe elevate per un servizio che, in molti casi, non ricevono in modo efficiente. E l’allarme, stavolta, non è solo economico.