Allarme Microplastiche: con questi errori quotidiani ne ingerisci moltissime | L’unico modo per difendersi è questo

Microplastiche (Canva foto) - www.notiziesecche.it
Le microplastiche sono ovunque e potresti ingerirne grandi quantità ogni giorno: basta una manciata di abitudini sbagliate.
Non ci pensiamo quasi mai, ma ogni gesto quotidiano — anche il più semplice, come bere un bicchiere d’acqua o lavare un maglione — può avere conseguenze invisibili ma reali. Viviamo immersi in un mondo di plastica e, anche se molti si impegnano a fare la raccolta differenziata o usano la borsa di stoffa al supermercato, la verità è che ne siamo circondati.
La plastica non è solo quella delle bottiglie o dei sacchetti, ma si nasconde nei vestiti, negli oggetti di uso domestico, nei cosmetici. Anche un semplice tagliere può, col tempo, rilasciare piccolissime particelle che poi finiscono dritte nei nostri piatti. E non lo dico per fare terrorismo psicologico — è proprio la scienza a lanciare l’allarme.
Pensaci: respiriamo, mangiamo, beviamo. E senza rendercene conto, in tutto questo processo, qualcosa di artificiale entra nel nostro corpo. Non lo vediamo, non lo sentiamo, eppure è lì. Anzi, pare sia praticamente ovunque: nelle acque dei fiumi, negli oceani, nei pesci, persino nel miele. Una volta, sembrava roba da documentario. Oggi è dentro di noi.
E se la prospettiva ti inquieta, beh, non sei il solo. Anche perché gli effetti a lungo termine non sono ancora del tutto chiari. Ma una cosa lo è: non possiamo più far finta di niente.
Cosa sono davvero queste microplastiche che ci troviamo ovunque
Le microplastiche sono frammenti minuscoli, spesso invisibili, più piccoli di cinque millimetri. Alcune vengono rilasciate direttamente (come nel caso dei lavaggi dei capi sintetici), altre nascono dalla decomposizione di oggetti più grandi. Il punto è che, una volta liberate nell’ambiente, è praticamente impossibile fermarle.
Gli scienziati le hanno trovate ovunque: nell’acqua potabile, nei cibi, nei tessuti, perfino negli organi umani. Sì, hai letto bene: placenta, cervello, arterie. Alcuni studi recenti parlano di un aumento delle microplastiche nel cervello del 50% in otto anni. E in chi soffre di demenza, la concentrazione sarebbe addirittura dieci volte superiore.

Evitarle del tutto è impossibile, ma qualcosa si può fare
Ok, non possiamo vivere sotto una campana di vetro. Ma ci sono alcune accortezze che possono davvero fare la differenza. Prima cosa: via la plastica a contatto col cibo. Niente più piatti o mestoli in plastica, meglio vetro o acciaio. E poi basta bottiglie di plastica usa e getta: le borracce sono decisamente il futuro.
Anche l’abbigliamento gioca un ruolo. Fibre come poliestere, nylon o acrilico rilasciano microplastiche ogni volta che vengono lavate o si logorano. Queste particelle finiscono nell’aria — e da lì, indovina dove arrivano. Non è necessario diventare estremisti, ma cambiare qualche abitudine sì: meno plastica, più consapevolezza. E magari un po’ meno leggerezza quando scegliamo cosa usare, indossare e soprattutto… cosa mangiare.