Allarme DATI PERSONALI: cyber criminali all’attacco | Violati Milioni di account da Google, Facebook e Instagram

Allarme cyberattacco (pixabay.com) - www.notiziesecche.it
Sul web un luogo senza adeguate protezioni, che mette a repentaglio l’identità digitale di molti e apre la via ad intrusioni.
Oggi più che mai, con l’identità che si definisce anche online, proteggere le proprie informazioni digitali è diventato fondamentale. Circolano troppi dati sulla rete.
Spesso, però, ci sentiamo sicuri, ignorando come un piccolo errore tecnico possa causare problemi enormi. Lo abbiamo visto ripetutamente nelle notizie di massa.
Ci fidiamo dei servizi online, una fiducia quasi automatica, riposta in sistemi che non conosciamo né gestiamo. I criminali informatici non puntano solo a dati bancari o foto private; ogni dettaglio della nostra vita online può servire per truffe su larga scala.
Nascosta nel web, una rete silenziosa aspetta solo un punto debole, una falla nei sistemi informatici, per colpire. In questo scenario complesso, la notizia riportata da Libero è un campanello d’allarme molto serio.
Un archivio scoperto
Come riportato da Libero nella sezione Tecnologia, Jeremiah Fowler, un ricercatore, ha individuato un vasto archivio online, senza protezioni, con oltre 184 milioni di credenziali. Questo database, accessibile a tutti, è una delle più gravi violazioni della sicurezza informatica degli ultimi anni. Contiene nomi utente, password e link a vari servizi digitali come Google, Facebook, Microsoft, Instagram, Amazon, PayPal, X (ex Twitter) e Spotify, per un totale di 47 GB di dati ben organizzati. Fowler ipotizza che questi dati siano stati rubati tramite infostealer, software che prelevano informazioni dai dispositivi infetti.
La scoperta più allarmante è la presenza di indirizzi email governativi (con dominio .gov) di almeno 29 paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Israele, India e Australia. Questo eleva il rischio da privato a nazionale, suggerendo che informazioni sensibili potrebbero essere finite nelle mani di criminali o stati ostili. Il database era sui server di World Host Group, che però afferma di non averne il controllo completo. Dopo la segnalazione di Fowler, l’accesso è stato bloccato e sono in corso le verifiche.

Cosa rischiano gli utenti e cosa fare
Da quanto riporta la fonte, malgrado l’archivio non sia più attivo, resta la possibilità che terzi vi abbiano avuto accesso prima della sua disattivazione. Questo potrebbe portare a furti d’identità, truffe economiche e accessi non autorizzati a sistemi aziendali e governativi. Di conseguenza, si raccomanda vivamente a tutti gli utenti di controllare i propri profili, modificare le password e attivare l’autenticazione a due fattori.
La violazione scoperta sottolinea, ancora una volta, la precarietà della sicurezza in molte infrastrutture digitali e il pericolo di conservare ingenti quantità di dati senza cifratura, anonimizzazione o limitazioni d’accesso. Una configurazione superficiale dei database crea ampie vulnerabilità che mettono a rischio milioni di persone.