55 paesi dove sei RICERCATO: se ti trasferisci qui sei a rischio | Queste le mete da evitare come la peste

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Trasferirsi può avere un effetto boomerang: in 55 Paesi si rischiano guai grossi. Scopri l’elenco e le implicazioni fiscali e legali
Tanti italiani sognano di trasferirsi all’estero per dare una spinta alla propria qualità di vita, oltre che ridurre la pressione fiscale ed ulteriori gravi sulle spalle.
Pensiamo che l’erba del vicino sia sempre più verde; infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Liberi Professionisti, nel 2024 gli italiani che si sono trasferiti all’estero ammontano a circa 156 mila.
A ciò si aggiungono le stime di AIRE ed ISTAT, con un numero di italiani all’estero di 5 milioni e 652mila, destinato ad aumentare con la crescita di quanti lasciano il Paese.
Tuttavia, come spiegato da Proiezioni di Borsa, tale scelta può rivelarsi molto più complicata di quanto si creda, specialmente se la motivazione principale riguarda l’ottimizzazione fiscale.
La lista nera
Il motivo? Esiste un elenco di 55 Paesi considerati “paradisi fiscali”, ovvero Stati a regime agevolato inseriti nella “Black List” dell’Agenzia delle Entrate. Questi Stati, secondo Proiezioni di Borsa, si caratterizzano per una tassazione inferiore al 50% rispetto a quella nostrana e, soprattutto, per l’assenza di accordi bilaterali con l’Italia in materia di scambio di informazioni fiscali. In questi casi, chi vi si trasferisce deve dimostrare attivamente la veridicità del trasferimento, anche se iscritto regolarmente all’AIRE e cancellato dall’Anagrafe della popolazione residente in Italia.
Secondo la normativa italiana, per le persone fisiche che si trasferiscono in un Paese della suddetta lista si presume comunque la residenza fiscale in Italia, con tutto ciò che ne consegue: ovvero obbligo di dichiarazione dei redditi in Italia, accertamenti fiscali, ed ulteriori controlli approfonditi. L’onere della prova grava quindi sempre sul contribuente, il quale deve fornire documentazione certa per escludere il sospetto di evasione o trasferimento fittizio.

Ecco i nomi
A titolo esemplificativo, sottolinea la fonte, troviamo mete molto desiderate come Bahamas, Seychelles, Liechtenstein, Maldive, Isole Vergini, Andorra, Oman, Libano, ma anche Samoa, Barbados, Nauru, Brunei, Tuvalu ed altri. L’elenco, però, è in parte superato: l’ultimo aggiornamento dell’Agenzia delle Entrate risale infatti al 2016, mentre l’Unione Europea ha aggiornato il proprio elenco di Stati non cooperativi a febbraio dello scorso anno. Per questo è necessario prendere in riferimento sia le direttive UE che la normativa italiana vigente, per avere un quadro preciso e muoversi correttamente.
Infine, chi possiede attività patrimoniali o finanziarie in uno di questi Paesi è obbligato a indicarle nel Quadro RW della Dichiarazione dei Redditi, pena sanzioni estremamente severe. In sintesi, sebbene trasferirsi all’estero resti un’opzione legittima e praticabile, farlo per fini fiscali richiede da parte del cittadino massima trasparenza, pianificazione e assistenza professionale, per non cadere in sanzioni legate al reato di evasione internazionale.