30 giugno 2025: è il GIORNO X per le ferie | Cosa accadrà alle buste paghe dei lavoratori

Lavoro e ferie (Depositphotos foto) - www.notiziesecche.it

Lavoro e ferie (Depositphotos foto) - www.notiziesecche.it

Scatta il conto alla rovescia per le ferie: il 30 giugno 2025 è la data da non dimenticare, ecco perché e cosa comporta.

Con l’estate alle porte e le agende che iniziano a riempirsi di giorni rossi, torna anche un classico intramontabile per chi lavora: le ferie accumulate. Ma quest’anno c’è una scadenza che pesa più del solito e che potrebbe creare grattacapi, soprattutto se ignorata. Parliamo di una data precisa, che suona un po’ come un ultimatum per molti.

La questione ferie non è solo una formalità da risolvere tra una riunione e l’altra. Tocca direttamente il diritto al riposo, alla salute mentale, ma pure l’equilibrio interno delle aziende. Trovare il momento giusto per prendersi una pausa è sempre più complicato, eppure esiste una legge che mette nero su bianco i tempi entro cui farlo. E no, non si tratta solo di buonsenso.

Non è, insomma, una scelta personale da archiviare con un “poi ci penso”. Non si tratta nemmeno di un’eventualità così remota: tra carichi di lavoro pesanti, urgenze continue e magari pure qualche dimenticanza, non è raro arrivare alla fine del semestre senza aver toccato nemmeno un giorno.

In molte aziende, ormai, ci si attrezza con piani ferie e calendari condivisi. Ma serve anche conoscere bene le regole. Perché se la legge parla chiaro, l’interpretazione e l’applicazione spesso generano confusione. E nel dubbio, è sempre il lavoratore o il datore a rischiare qualcosa.

Perché il 30 giugno 2025 non è un giorno qualsiasi

Ecco il punto: tutte le ferie maturate nel 2023 devono essere usate entro 18 mesi dalla fine dell’anno in cui sono state guadagnate. Tradotto: il 30 giugno 2025 è la scadenza limite. Dopo quella data, il tempo non usato non sparisce, certo, ma diventa un peso — soprattutto per i datori di lavoro.

La testata Lavoro e Diritti lo riporta: se entro fine giugno le ferie obbligatorie non sono state usate, il datore deve comunque versare i contributi INPS relativi entro il 20 agosto. Anche se poi il lavoratore quei giorni li prende ad ottobre o novembre… i soldi vanno versati lo stesso. E se si sgarra? Arrivano sanzioni pesanti, anche di diverse migliaia di euro. Ma quali rischi ci sono?

Uomo in ferie a casa (Depositphotos foto) - www.notiziesecche.it
Uomo in ferie a casa (Depositphotos foto) – www.notiziesecche.it

Ecco cosa comporta davvero, in pratica

Se questa scadenza viene ignorata, il rischio per le aziende è concreto: più costi, controlli a sorpresa, buste paga da rivedere. Basta una verifica incrociata sui dati Uniemens per far emergere che le ferie non sono state smaltite, e da lì scattano gli accertamenti. Non è raro trovarsi a dover giustificare tutto, persino le richieste di ferie respinte.

Per i lavoratori, invece, il problema può diventare legale: se hanno fatto richiesta scritta di ferie e l’azienda non ha concesso i giorni, possono chiedere un risarcimento per il danno subito. Meglio, insomma, non aspettare l’ultimo momento. Perché il 30 giugno non perdona.